Introduzione

Ho cominciato ad apprezzare i manifesti della Raccolta Salce quando li trovavo esposti come completamento iconografico delle varie mostre d'arte che visitavo. Quegli enormi lenzuoli di carta appesi alle pareti dei vari musei, con quelle grandi magnifiche colorate illustrazioni d'altri tempi mi hanno certe volte attirato più di alcune opere che andavo a vedere. E così negli anni ho imparato i nomi (e a riconoscere gli stili) di Metlicovitz, Dudovich e di molti altri.

Da maggio alcuni di quei manifesti sono anche visibili a rotazione nel nuovo Museo Nazionale Raccolta Salce che è stato aperto a Treviso. L'inaugurazione di un nuovo museo è un evento raro e strano in questi tempi in cui la cultura e la scienza sono date come morenti e io sono oltremodo felice che un così bel museo sia stato aperto proprio nella mia città natale. Nel dicembre 1962, con lascito testamentario, il trevigiano ragionier Ferdinando Salce, detto Nando, legò la sua straordinaria collezione di manifesti pubblicitari allo Stato Italiano, Ministero della Pubblica Istruzione, perché servisse "in scuole o accademie, preferibilmente locali o del Veneto, a studio e conoscenza di studenti, praticanti e amatori delle arti grafiche." I Musei Civici trevigiani procedettero all'inventario di quelli che infine — ed era già il febbraio 1968 — risultarono essere 24,580 pezzi.

Adesso tutti questi manifesti (assicurati per 138 milioni di Euro) sono direttamente disponibili online nel sito del museo e visibili un po' per volta (la carta industriale su cui sono stampati è assai deperibile e i manifesti vanno custoditi con molta cura) in varie mostre temporanee che saranno allestite nel museo stesso.

La prima mostra, che ho visitato a maggio, è dedicata ai manifesti della Belle Époque e consta di 94 opere (esposte al pubblico in 4 sale) che spaziano dal primo manifesto che ha dato origine alla raccolta stessa (nel 1895 il diciassettenne Nando Salce vide una attacchino del comune intento ad affiggere un bellissimo manifesto con una sensuale donna in topless e riuscì ad accappararsene una copia) passando per alcuni estasianti manifesti della Secessione viennese (ricordo tra gli altri un magnifico Koloman Moser e un bellissimo Maximillian Kurzweil di cui ho anche acquistato una riproduzione da appendere in casa) per arrivare ai classici manifesti dei Grandi Magazzini Mele o degli stabilimenti balneari del primo novecento.

Molto ben fatto è anche il catalogo edito da Silvana Editoriale che oltre a riportare tutte le opere in mostra contiene anche alcuni saggi critici sui manifesti stessi scritti dalle varie persone che nel corso degli ultimi 55 anni (dalla morte di Salce nel 1962) si sono occupati della conservazione e studio di queste opere. C'è Eugenio Manzato, il curatore storico di questa raccolta, che ci parla delle tecniche usate per conservare i manifesti, ma anche del successo di alcune mostre in giro per il mondo dedicate a queste opere (mi è rimasto impresso il numero di 600,000 visitatori della mostra dei manifesti dell'opera lirica a Macao nel 1997). E ci sono anche i ricordi di Roberto Curci, l’estensore della prima tesi di laurea sui manifesti Salce, che parla della sua esperienza come di una discesa via via più approfondita e affascinante in quel pozzo di San Patrizio che da subito (siamo nel 1969) si rivelò essere la Collezione Salce.

Qui sotto l'intervista a Marta Mazza direttrice del museo.




In questo blog raccoglierò e classificherò quotidianamente alcuni manifesti tratti dal catalogo online del museo in una sorta di gioco del bello e della nostalgia.

3 commenti:

  1. Ero talmente preso dal Corrierino e dal Giornalino, amici della mia infanzia...e anche oltre che mi sono perso questa spettacolare, magnifica, incommensurabile , superlativa sezione del blog, mea culpa mea culpa mea culpa ma, mi rifarò, diverrà un mio punto di riferimento costante, sono affascinato dai manifesti d'epoca, GRAZIE e lo grido forte

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  2. E' una collezione fantastica! Contiene opere di una bellezza unica.

    L'ho scoperta perché cercavo delle opere di Dudovich. Opere che ho trovato in questa collezione in uno stato di conservazione ottimo.

    Un grande ringraziamento a Salce, un imprenditore di grande lungimiranza, ha capito prima di tutti che quelle pubblicità erano e sarebbero diventate opere d'arte e ha avuto la pazienza e l'impegno economico di raccoglierle e di conservarle.

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  3. Grandissima e intelligente raccolta, grazie per averla messa a disposizione!

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